Coniugare il passaggio alla porta santa con le tradizioni popolari del proprio paese di nascita, il grande evento giubilare di Roma con il percorso dei tanti cammini di fede che attraversano l'Italia.
Tutto questo è possibile perché "il pellegrinaggio è anche valorizzazione delle nostre tradizioni e il turista si fa pellegrino e il pellegrino si fa turista grazie al dialogo tra fede e cultura".
Lo ha detto
mons. Graziano Borgonovo, sottosegretario al Dicastero
dell'Evangelizzazione, intervenendo al convegno "Giubileo 2025 e
turismo delle radici" organizzato dall'ambasciata italiana
presso la Santa Sede. Ad introdurre i lavori l'ambasciatore
Francesco Di Nitto che ha messo in evidenza appunto il possibile
connubio virtuoso "tra i milioni di pellegrini che stanno
confluendo a Roma per l'Anno Santo e il ritorno alle radici di
tanti italiani che vivono all'estero".
Il turismo delle radici è un progetto che il ministero degli
Affari esteri porta avanti già da tempo, come ha ricordato Luigi
Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all'estero e
le politiche migratorie. "Tra i fattori identitari che legano al
Paese i nostri italiani all'estero e i discendenti degli
italiani ci sono proprio le tradizioni religiose che permangono
nel tempo, anche più della stessa lingua che dopo generazioni si
può perdere". E allora non solo c'è un ritorno nel borgo di
origine ma anche l'organizzazione di feste e riti religiosi nei
nuovi paesi dove si è scelto di vivere. Il ministero ha lanciato
il progetto Italea che "mira ad attrarre italiani all'estero e
italo-discendenti intenzionati a scoprire i luoghi e le
tradizioni delle proprie origini, fornendo un insieme di servizi
per agevolare il viaggio in Italia".
Tra i fattori identitari, oltre alla lingua, il cibo, le
tradizioni religiose, c'è la musica popolare, "la colonna sonora
della nostra storia che ha attraversato migrazioni, guerre,
difficoltà del paese", ha sottolineato Antonio Corsi,
consigliere del ministro Antonio Tajani per la promozione delle
attività culturali e musicali. Sono 14mila le compagini
musicali, tra bande e cori. Saranno al centro del Giubileo delle
bande musicali e della musica popolare il 10 e 11 maggio.
Il turismo che cambia è stato al centro dell'intervento di
Gianluigi Tombolini, consigliere del Mae per la valorizzazione
del turismo nei territori. "Da un turismo di località siamo
passati ad un turismo di esperienza", ha detto sottolineando che
questa industria può crescere ancora perché diventa
"destagionalizzata e dunque può offrire posti di di lavoro per
tutto l'anno".
La possibilità di coniugare turismo e fede è stato anche al
centro del ragionamento di don Michele Gianola, sottosegretario
Cei, che ha presentato l'esperienza dei cammini della fede,
sette percorsi giubilari che coinvolgono anche le diocesi sul
territorio.
Poi focus sul Giubileo che entro la fine dell'anno avrà visto
"l'accoglienza di 30-35 milioni di pellegrini", come ha
ricordato il Commissario per l'accoglienza del Giubileo 2025
Agostino Miozzo. L'evento più impegnativo sarà tra fine luglio e
i primi di agosto, il Giubileo dei giovani, al quale sono attesi
oltre un milione di ragazzi. Infine l'esperienza del turismo
delle radici e dei cammini religiosi in tutto il Paese, dalla
Calabria alle Marche, da Aquileia a Sant'Angelo dei Lombardi,
passando per percorsi, anche naturalistici, da scoprire in
Garfagnana e nella zona della Majella.
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