I 101 profughi ospitati in un residence di Quinto di Treviso, contro i quali da due giorni è in atto una protesta dei residenti, saranno fatti allontanare entro sera. Lo riferisce il sindaco citando una comunicazione della Prefettura. I migranti, ha spiegato il sindaco di Quinto Mauro Dal Zilio, saranno condotti nell'ex caserma Serena, situata al confine tra Casier e Treviso. Si tratta di una struttura vuota, non utilizzata dai militari e dotata di tutte le condizioni per poter accogliere i profughi.
Esultanza dei residenti - E' stata accolta con gioia dai manifestanti la notizia che i profughi saranno allontanati entro sera dal condominio che li ospita. "E' una grande vittoria - spiega un residente, che ha partecipato al presidio di questi giorni - frutto di una battaglia condotta civilmente, a parte qualche intemperanza. E soprattutto - continua - in un clima di grande solidarietà anche da parte delle persone che non abitano nel condominio". Resta peraltro l'incognita sulla destinazione degli altri 63 profughi che la Prefettura di Treviso ha annunciato arriveranno in zona tra oggi e domani.
Giornata ad alta tensione ieri a Quinto di Treviso, dove un gruppo di residenti di un un complesso di una cinquantina di abitazioni, molte delle quali da tempo sfitte, sono scesi in strada per dire il loro no all'uso degli appartamenti liberi per dare alloggio a un centinaio di migranti.
La protesta era cominciata il giorno precedente, quando da due pullman erano scesi 101 profughi, scortati dalle forze dell'ordine, ma stamani ha rischiato di degenerare quando prima ignoti hanno dato fuoco a materassi che dovevano servire a far dormire i migranti e poi è stato impedito ad alcuni addetti della cooperativa che li ha in gestione di consegnare loro ceste con del cibo. Momenti di urla e di rabbia ma poi niente di più, sotto la sorveglianza attenta delle forze dell'ordine, e nel pomeriggio è stato possibile consegnare le ceste.
Sul posto si è recato anche il governatore del Veneto Luca Zaia e non sono mancate parole molto dure nei confronti del governo e del prefetto di Treviso che ieri aveva disposto il trasferimento dei profughi a Quinto. "Questo presidio - ha detto Zaia - va chiuso urgentemente e gli immigrati devono andarsene". "Mettere un centinaio di persone immigrate - ha aggiunto - che non sanno nulla del Veneto e noi non sappiamo chi sono, metterli in un condominio accanto a famiglie con bambini piccoli vuol dire non avere assolutamente cognizione di cosa significa". Poi ha parlato di un processo in atto di 'africanizzazione' del Veneto. Tra i residenti serpeggia la preoccupazione per il possibile crollo del valore delle loro case, per i possibili problemi di ordine pubblico e sicurezza. Ma in serata, è arrivata chiara l'indicazione della Prefettura di Treviso destinata forse ad aggiungere un nuovo capitolo alla vicenda.
"Non possono che rimanere dove stanno" hanno fatto sapere fonti accreditate della prefettura, indicando anche che l'esito finale dell'ispezione della Usl n.9, chiesta stamani da Zaia, sarebbe di fatto compatibile con l'abitabilità dei locali. "Forse - è stato detto - ci sono due o tre persone in più, ma non altri problemi che non possano essere superati". In una relazione dei tecnici della Regione si evidenziava il problema degli allacciamenti alla rete elettrica, ma la questione sarebbe stata nei fatti superata. Per la Prefettura, in ogni caso, "non c'è altra scelta". Anche a Padova alta la polemica per i profughi nell'ex caserma 'Prandina' con uno scontro tra sindaco e Prefetto. Il caso Quinto ha infiammato anche il fronte politico. Il segretario della Lega Matteo Salvini ha annunciato per sabato prossimo un sopralluogo. Dichiarandosi contrario a ogni forma di violenza, come aveva fatto lo stesso Zaia, e chiedendo la rimozione del prefetto Salvini ha detto: "oggi a Genova un uomo si è ucciso appena prima che gli notificassero lo sfratto e noi ospitiamo profughi in albergo. E' evidente che questo sistema non può reggere". In casa Pd, la parlamentare Floriana Casellato ha invitato il ministro Angelino Alfano a recarsi a Treviso perché la gestione dei profughi sarebbe ormai fuori controllo "sia sul piano dell'ordine pubblico sia su quello dell'accoglienza". Alessandra Moretti ha condannato gli atti di violenza e criticato il governatore che ha anche parlato di "dichiarazione di guerra" in riferimento al prefetto di Treviso.
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