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Banca Popolare Vicenza, indagati Zonin e Sorato. L'ipotesi: "Aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza"

Banca Popolare Vicenza, indagati Zonin e Sorato. L'ipotesi: "Aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza"

Indagato anche l'ex direttore generale dell'istituto Samuele Sorato. Per entrambi le ipotesi di reato sono aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza

VICENZA, 23 settembre 2015, 13:24

Redazione ANSA

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Il presidente il Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presidente il Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presidente il Banca Popolare di Vicenza, Gianni Zonin - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un terremoto scuote Banca Popolare di Vicenza: indagati, tra gli altri, il presidente Giovanni Zonin, noto imprenditore nel settore del vino, e l'ex direttore generale dell'istituto Samuele Sorato. Per entrambi le ipotesi di reato sono aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Una decina di perquisizioni della Guardia di Finanza sono in corso nella sede della banca nel capoluogo berico e negli uffici direzionali di Milano, Roma e Palermo. L'operazione è stata disposta dalla Procura di Vicenza. Le indagini sono dirette dal pm di Vicenza Luigi Salvadori. In Procura, nelle settimane scorse, erano giunti esposti da parte di correntisti.

"Gli odierni atti di indagine - ha rilevato l procuratore Antonino Cappelleri - sono ritenuti indispensabili dagli inquirenti d'intesa con il sottoscritto, nell'ambito della più complessa acquisizione istruttoria, per rendere compiuta la necessaria e doverosa ricerca di elementi probatori documentali, intesa sia all'accertamento e riscontro degli elementi di fatto sia all'attribuzione delle responsabilità soggettive". Cappelleri, in una nota, ha voluto sottolineare che "solo alla conclusione dell'inchiesta potrà intendersi sussistente e confermata l'ipotesi di reato oggi ipotizzata" e ciò ricorda alla luce della delicatezza "degli interessi economici e patrimoniali investiti dall'indagine, dei quali sono portatori tanto istituti bancari che imprenditori, risparmiatori e dipendenti". Il procuratore ha quindi evidenziato l'obbligo del segreto istruttorio riguardo all'inchiesta in corso che deve tutelare "ogni portatore dei legittimi interessi anche contrapposti tra loro" presenti nella vicenda.

Gianni Zonin, da 32 anni consigliere dell'istituto di credito e da 19 presidente, si è sempre definito "un viticoltore prestato alla finanza". Il suo nome è infatti legato all'azienda vitivinicola di famiglia, attiva a Gambellara da sette generazioni, che lo vede alla guida insieme ai tre figli Domenico, Francesco e Michele. Zonin, 77 anni, è laureato in giurisprudenza e ha un diploma in Enologia. Ha assunto la presidenza dell'azienda di famiglia quando questa nel 1967 è stata trasformata in spa Cantine Zonin. E' uno dei quattro produttori di vino europei a poter contare su una superficie agricola di oltre duemila ettari. 

Codacons, avvieremo class action - Il Codacons depositerà formale richiesta di costituzione di parte offesa nell'inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Vicenza che ha portato oggi ad una serie di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza. "Abbiamo deciso di entrare nel procedimento aperto dalla Procura in rappresentanza della collettività e dei clienti della banca - spiega il presidente Carlo Rienzi - e se dalle indagini emergeranno illeciti e violazioni delle norme, avvieremo una class action da parte di azionisti e correntisti dell'istituto di credito volta ad ottenere il risarcimento dei danni morali e patrimoniali subiti, anche nei confronti delle autorità di vigilanza per l'omesso controllo".

Adusbef, accertare ruolo Bankitalia - "Bene, seppur con 7 anni di ritardo rispetto alle denunce, le perquisizioni della Gdf disposte dal Pm di Vicenza Luigi Salvadori sull'ennesimo, gravissimo scandalo di una Banca d'Italia dalle porte girevoli, che invece di vigilare va a braccetto con banchieri-amici, commissariando banche con i conti in ordine per tentare di salvare quelle con rapporti amicali, come la Banca Popolare di Vicenza del padre padrone Zonin". E' quanto afferma in una nota Elio Lannutti dell'Adusbef secondo cui "dopo ispezioni a 'la carte', forse pilotate, non si è mai accorta che in deroga a norme stringenti di legge la Bpvi aveva prestato ai suoi clienti quasi un miliardo di euro (un quarto del suo valore), per comprare azioni della stessa banca, titoli illiquidi e sopravvalutati, senza che neppure la Consob sia intervenuta tempestivamente per tutelare piccoli risparmiatori rovinati, denunciato da Adusbef nell' aprile 2008, con 120mila azionisti che hanno visto dilapidati circa 6 miliardi di euro di risparmi (tra perdite ed aumenti di capitale)".

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