All'indagine sulla Popolare di Vicenza, scattata con il blitz di martedì scorso, la Gdf stava lavorando già dal marzo scorso, ed aveva in mano i documenti di riacquisto delle azioni rilasciati ai soci prima ancora di far partire le perquisizioni. Nel decreto, il pm parlava infatti dell'esistenza di documenti sottoscritti da funzionari della banca con l'impegno al riacquisto di azioni per circa 300 mln di euro, a fronte di crediti concessi per 974 mln per comprare titoli della banca.
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