La lettera che, nell'agosto del
1312, Cangrande della Scala, signore di Verona, inviò al novello
imperatore Enrico VII, "con altissima probabilità fu opera della
mente di Dante Alighieri": l'intuizione è di Paolo Pellegrini,
docente di Filologia e linguistica italiana all'università di
Verona. La scoperta potrebbe non solo portare al pubblico un
nuovo scritto dantesco, che andrebbe ad arricchire il corpus
delle sue opere, ma dimostrerebbe che Dante rimase a Verona
molto più a lungo di quanto si pensasse, rendendo la città
scaligera la dimora in cui il Sommo Poeta soggiornò più a lungo,
dopo Firenze.
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