Sono state condannate con rito
abbreviato a sei anni ciascuna due sorelle romene che lavorando
come prostitute adescavano i clienti e poi estorcevano loro
denaro con minacce di vario genere, tra cui raccontare tutte
alle loro mogli. Le due, con la complicità di altre sorelle e
della madre (sottoposte ad altro procedimento penale) erano
riuscite a farsi dare complessivamente 160mila euro dai clienti.
Le indagini partirono dal suicidio di un operaio italiano,
che si era rovinato per aiutare una delle due sorelle, della
quale si era invaghito. Lei gli aveva raccontato storie
inverosimili pur di farsi dare denaro, e l'operaio si era
praticamente rovinato versandole su un conto 90mila euro. "Cara
Alina, mi hai rovinato" aveva scritto in un biglietto prima di
togliersi la vita.
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