La prima mestruazione arriva in
ritardo di almeno sei mesi e la frequenza delle alterazioni nel
ciclo mestruale evidenzia ritardi superiori alla media (30%
contro 20%). È quanto emerge da uno studio sulle ragazze
ventenni residenti nell'area rossa dei Pfas tra Vicenza, Padova
e Verona, eseguito dal gruppo di ricerca di Carlo Foresta,
dell'Università di Padova. I ricercatori hanno coinvolto 115
ragazze esposte a Pfas "probabilmente già in fase embrionale",
confrontando le risposte ai questionari raccolti da 1.504
giovani donne della stessa età non esposte a questo
inquinamento. Il dato è in linea con il risultato di un altro
studio coordinato da Foresta e Andrea Di Nisio, che ha valutato
l'effetto dei Pfas sul progesterone, l'ormone femminile che
regola la funzionalità dell'utero.
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