Temperature più calde, siccità,
inondazioni: il riscaldamento globale impone azioni correttive e
di adattamento agli eventi meteo estremi. Una risposta
resiliente al problema in viticoltura per Daniele Accordini, dg
ed enologo di Cantina Valpolicella Negrar, è quella di pensare
ad un vigneto 'tailor made', creato su misura in base ad ogni
situazione pedoclimatica.
"Il cambiamento climatico ha imposto nuove modalità di
valutazione e analisi nella conduzione del vigneto e, poichè in
Valpolicella le vigne si trovano da 80 a 600 metri di altitudine
- spiega - diventa naturale, se non necessario, che ogni
viticoltore possa trovare il miglior modo per dare espressione e
valore al proprio vigneto, senza per questo aver paura di
snaturare il prodotto Valpolicella. Ben vengano soluzioni come
quelle adottate di recente nel disciplinare, che consentono di
poter aumentare la percentuale di uve di Corvinone, vitigno che
ha dimostrato di essersi adattato molto bene alle nuove
condizioni climatiche, specie in collina, nella produzione dei
vini Doc e Docg della denominazione".
Dalle uve della vendemmia 2019, la premessa di vini Amarone
più affini al gusto contemporaneo. In attesa di verificare i
risultati delle future vendemmie della cantina cooperativa di
Negrar che, grazie ai 230 soci viticoltori, lavora circa 700
ettari di vigneto dislocati soprattutto nelle colline della
Valpolicella Classica, Accordini anticipa le sue considerazioni
sulla vendemmia 2019, iniziata una decina di giorni più tardi e
con volumi ridotti del 15-20% rispetto al 2018. "La vendemmia in
Valpolicella ci riserva sempre sorprese, dopo anni di grande
caldo nella fase di maturazione finale, in cui veniva
privilegiato l'accumulo zuccherino rispetto a quello aromatico,
abbiamo avuto, finalmente, un'annata in cui le basse
temperature, unite alle escursioni termiche elevate, hanno
consentito un ottimo accumulo di sostanze coloranti e una buona
acidità", sottolinea.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA