Sculture fatte di luce attraverso
il vetro, lungo un percorso che dalle figure degli anni Sessanta
porta a opere sempre più astratte che alla trasparenza, alla
purezza, ai "vuoti" delle forme uscite dalla fornace unisce in
un dialogo serrato i "pieni" di altre materie, come il legno o
il metallo.
I momenti, i lavori, della ricerca del maestro vetraio
muranese Livio Seguso sono al centro della mostra "In principio
era la goccia", a lui dedicata dal Museo del Vetro di Murano
(Venezia), dal 15 novembre al 12 aprile prossimo (catalogo
Consorzio Museum Musei).
Profondo conoscitore dell'arte vetraria dell'isola nella
laguna, fin dall'inizio Seguso ha seguito una strada tesa a
indagare le possibilità e i limiti della materia vetro. Fin
dalle prime opere, come un putto del 1968 o una madre-figlio del
1972, il maestro guarda alla dimensione della scultura, al vetro
come materia che compone corpi, onde, figure spaziali
tridimensionali.
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