I valori delle emissioni di CO2 di
oggi sono pericolosamente simili a quelli che 200 milioni di
anni fa portarono all'estinzione di massa di fine Triassico
studiati nel magma del Central Atlantic Magmatic Province
(Camp). Il dato emerge da uno studio, pubblicato su Nature
Communications, svolto da un team internazionale di ricerca
coordinato da Manfredo Capriolo, del Dipartimento di Geoscienze
dell'Università di Padova. Dalla ricerca è emerso come la
quantità di CO2 emessa da un singolo periodo eruttivo sia pari
allo scenario di emissioni antropogeniche previste per il XXI
secolo dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc)
dell'Onu. In questa ipotesi si avrebbe un incremento della
temperatura globale di circa 2 gradi e una grave acidificazione
degli oceani. Questo paragone suggerisce che i cambiamenti
climatici e ambientali di fine Triassico, guidati da emissioni
di CO2 e che portarono a un'estinzione di massa, siano
ipotizzabili negli esiti finali in un immediato futuro.
Lo studio si concentra sulla Central Atlantic Magmatic
Province (Camp), scoperta e oggetto di studio negli ultimi venti
anni dei ricercatori dell'Università di Padova, e sull'analisi
dei magmi del Triassico particolarmente ricchi di CO2. La
ricerca ha dimostrato la presenza nei magmi della Camp di
ingenti quantità di CO2 imprigionate in minuscole inclusioni di
vetro vulcanico, che hanno preservato le originarie bolle
gassose. I campioni studiati, provenienti da Nord America (Stati
Uniti e Canada orientali), Marocco (Alto Atlante) e Portogallo
(Algarve), mostrano che questi magmi sono particolarmente ricchi
in CO2 e che quindi l'emissione di questo gas serra può aver
causato l'estinzione di massa.
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