La guardia di Finanza di Treviso ha arrestato due coniugi di Castello di Godego per bancarotta fraudolenta a conclusione di un'indagine su un'azienda di Cornuda, operante nel settore delle officine meccaniche.
L'inchiesta ha permesso di accertare che i due (un 47enne e
una 43enne, rispettivamente amministratore e socia dell'azienda
fallita) avevano congegnato una serie di operazioni aziendali
che avevano l'unico fine di distrarre il patrimonio aziendale
della società, con un danno cospicuo allo Stato, che vantava
crediti tributari e previdenziali per circa 1,2 milioni di euro.
Fin dal 2007, infatti, i due indagati avevano posto in essere
quella che il gip trevigiano ha definito una vera e propria
"scelta imprenditoriale": eludere totalmente e sistematicamente
gli obblighi fiscali e contributivi previdenziali e
assistenziali, consentendo così all'impresa di autofinanziarsi a
discapito dell'Erario.
I "trucchi contabili" attuati dalla coppia, grazie ai quali
sono stati distratti dal patrimonio dell'azienda oltre 770 mila
euro, sono stati di diverso tipo, a partire dal prelievo di
somme in contanti senza alcuna giustificazione, per passare al
pagamento, tramite i conti della società, di fatture riferibili
ad altre ditte, sempre gestite dalla coppia, o di spese riferite
a esigenze personali (come il conto per diversi soggiorni in
strutture alberghiere). La coppia, tra l'altro, per sottrarre i
beni al fallimenti, ha simulato la vendita di un villino del
valore di oltre 170.000 Euro, da parte della società fallita
alla donna, a fronte di un versamento di soli 3.300 euro,
facendo figurare che, per la parte restante del prezzo,
l'acquirente si fosse accollata una parte dei debiti tributari
della società.
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