Ogni mattina bussa alla porta degli
studenti che possono frequentare la scuola perché con 'bisogni
educativi speciali', li carica nella propria auto, mette la
musica e li porta in aula. Poi, a fine lezioni, via con il
viaggio di ritorno. Il dirigente scolastico-taxista è Alfonso
D'Ambrosio che gestisce il distretto scolastico tra Vo', la
prima zona città d'Italia a contare un morto per Covid e oggi
nuovamente in zona rossa come tutto il Veneto, e i vicini paesi
di Cinto e Lozzo.
D'Ambrosio non ne parla con orgoglio ma come di un fatto
normale. Cita la Costituzione e le buone pratiche per raccontare
come venerdì scorso, scattato lo stop scolastico, si è accorto
che sul trasporto degli studenti con disabilità, ai quali sono
comunque garantite le lezioni in presenza, le scuole erano
impreparate.
"Porto tre alunni ogni giorno - racconta D'Ambrosio -
naturalmente uno alla volta". All'inizio non è stato facile.
"C'è chi tra i ragazzini è timoroso - spiega - perché trovarsi
il preside accanto li spaventa, altri sono orgogliosi di questo
e poi c'è chi come un bambino autistico, a suo modo, dice
grazie".
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