I romani le chiamavano "Aquae
Patavinae": persone di ogni ceto sociale affrontavano viaggi o
veri e propri pellegrinaggi per immergersi nelle acque del
comprensorio termale euganeo per risolvere patologie e infermità
e nel percorso di guarigione, donavano alle divinità che
patrocinavano le sorgenti oggetti preziosi, recipienti, ma anche
riproduzioni anatomiche delle parti del corpo sanate.
A Montegrotto Terme, in provincia di Padova, nel cuore del
più grande polo dedicato alla salute termale in Europa, dove la
conoscenza delle acque termali è documentata fin dai tempi
precedenti l'arrivo dei romani, nasce oggi una nuova sede
espositiva dedicata al termalismo e alla sua storia. Il Museo
del termalismo antico e del territorio è il primo museo non solo
in Italia, ma nel mondo, interamente dedicato alla risorsa
termale, declinata nei suoi molteplici aspetti, tra geologia,
medicina, archeologia e storia. Ha sede nel rustico di Villa
Draghi, alle pendici di un parco pubblico, e sarà gestito dal
Comune di Montegrotto Terme attraverso l'associazione Lapis.
L'esposizione si compone di pezzi unici, alcune riproduzioni,
e grazie a elaborate ricostruzioni virtuali e modulazioni in 3D
aiuterà il visitatore a conoscere sensorialmente le diverse
caratteristiche del termalismo.
Il Museo si articola in tre aree tematiche: il termalismo come
fenomeno naturale, il termalismo percepito nell'antichità sia
come dono divino, dalle straordinarie potenzialità terapeutiche,
sia come risorsa, anche economica, da sfruttare per la cura e il
benessere del corpo; la parte più estesa e ricca riguarda
naturalmente il termalismo euganeo, inserito nel contesto del
territorio collinare attraverso le sue trasformazioni nel corso
del tempo, tra antichità ed età moderna e contemporanea.
Per comprendere come funzionassero le antiche terme curative,
nel museo è stato anche ricostruito il funzionamento di una
noria, utilizzata per il sollevamento dell'acqua, uno strumento
simile a quelle individuate nell'area con le grandi piscine di
via Scavi, nel centro di Montegrotto, zona rappresentata in un
grande plastico "storico", risalente agli anni '60 e recuperato
per il museo. Uno degli spazi del museo è dedicato alla
ricostruzione di uno degli ambienti di una villa scoperta in via
Neroniana, sempre nella cittadina termale, con la sua
pavimentazione realizzata con marmi bianchi e neri, la lunga
parete dipinta con un vivace rosso "pompeiano", e gli affreschi
che decoravano le pareti e il soffitto; nelle vetrine, molti
oggetti di grande pregio, tra cui spiccano gli elementi
ricomposti di un sedile realizzato in calcedonio.
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