A Marghera, in un'area post
industriale tra Venezia e Mestre che sta ridefinendo la sua
identità e da anni si è aperta al contemporaneo, si è realizzata
l'esperienza di un "laboratorio intergenerazionale" di artisti
che hanno tratto linfa da quell'inesauribile giacimento che per
l'arte è la pittura.
Una tecnica, più volte considerata in crisi ma sempre
risorta, che è denominatore comune delle opere prodotte da una
novantina di artisti, accomunati dall'appartenenza in tempi
diversi all'"Atelier F" dell'Accademia di Belle Arti lagunare,
che per tre mesi hanno lavorato fianco a fianco all'interno del
Padiglione Antares, all'interno del progetto "Extra Ordinario
Workshop", curato da Daniele Capra, Nico Covre e Carlo Di Raco.
La fase finale del progetto è una mostra, in programma dal 25
ottobre al 12 novembre (su prenotazione), all'interno del
padiglione Antares al Parco scientifico 'Vega' di Marghera, dove
sono esposte oltre 200 opere tra dipinti giganteschi, piccole
tele o disegni su carta, assieme agli "strumenti di lavoro"
usati per realizzarli o trarre ispirazione: dai colori ai
pennelli, ai libri, appunti bozzetti, riviste e tanto altro.
"Extra Ordinario Workshop" è giunto alla seconda edizione,
dopo l'avvio nel 2020 in piena prima fase post pandemica, vista
anche la chiusura degli spazi accademici, e sulle tracce della
decennale esperienza del "laboratorio aperto" a Forte Marghera.
Nei mesi estivi il Padiglione, messo a disposizione da Vulcano
Agency che partecipa al progetto, si è popolato di una
"comunità" artistica che si è mossa all'interno di un codice
comune, la pittura, ma con una libertà e una varietà espressiva
quantomai ampia.
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