Ripensare la distanza, alla luce dell'esperienza drammatica della pandemia e dello strascico di difficoltà nella vita privata e pubblica che essa ha lasciato, non come separazione dall'altro, isolamento e assenza di convivialità ma come opportunità per immaginare e creare nuove forme di corrispondenza interpersonale, valorizzando finalmente un uso più consapevole della parola e dell'ascolto: è solo una delle riflessioni su cui si focalizzerà il XLVI Corso Internazionale di Alta Cultura della Fondazione Giorgio Cini, in programma dal 16 al 19 novembre sull'Isola di San Giorgio Maggiore.
Il nuovo ciclo di lezioni, dal titolo Dimore della Distanza e sotto la direzione del filologo e critico letterario Carlo Ossola, riprende una storica tradizione iniziata nel 1959 da Vittore Branca e vede quest'anno la presenza di dieci relatori tra i più rappresentativi del panorama mondiale, provenienti da diverse discipline: da Benjamin Arbel (Tel Aviv University) a Ricciarda Belgiojoso (Università degli Studi di Milano Bicocca), da Mario Botta (architetto, Accademia di Architettura, Usi) ad Alberto Manguel (scrittore, Centro de Estudos da História da Leitura, Lisboa), e poi Amina Mettouchi (École Pratique des Hautes Études, Paris), Carlo Ossola (Collège de France, Paris, Direttore del Corso), Giulia Rodighiero (Università degli Studi di Padova), Victor Stoichita (Université de Fribourg), Alain Supiot (Collège de France, Paris), Gabriele Veneziano (Collège de France, Paris e Cern, Ginevra).
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