A 32 anni dalla prima
partecipazione alla Biennale, nel Padiglione della Gran
Bretagna con lavori che avevano contribuito a lanciarlo
nell'Olimpo dell'arte contemporanea, Anish Kapoor torna a
Venezia, dal 20 aprile al 9 ottobre 2022, negli spazi delle
Gallerie dell'Accademia, con una mostra che avrà un carattere
retrospettivo con lavori chiamati ad illustrare i momenti
salienti della sua carriera, caratterizzata anche da una ricerca
che scava nel profondo con l'uso di un nero 'assoluto', accanto
a nuove opere create utilizzando la nanotecnologia del carbonio
o i recenti dipinti e sculture. L'esposizione, che testimonia
l'attenzione delle Gallerie, dove è raccolta la summa della
pittura veneta dal '200 in poi, per il contemporaneo, si
arricchirà di una seconda sede, a Palazzo Manfrin, scelta da
Kapoor come sede della sua fondazione artistica. Parte dei
lavori, circa una cinquantina distribuiti nelle due sedi,
saranno realizzati appositamente per i luoghi espositivi.
L'annuncio della nuova sede è stato dato nel corso a cui hanno
preso parte l'artista, il curatore Taco Dibbits e Giulio Manieri
Elia, direttore delle Gallerie. A sottolineare l'intimo legame
tra le due sedi è stato ricordato che il palazzo ora in fase di
restauro per accogliere la fondazione voluta dall'artista era
stato acquistato nel 1788 dal conte Girolamo Manfrin, ricco
commerciante di tabacco oltre che collezionista d'arte, e che a
metà dell'Ottocento 21 delle sue opere vendute, tra cui La
Tempesta e La Vecchia di Giorgione o il San Giorgio di Andrea
Mantegna, entrarono a far parte a metà del patrimonio delle
Gallerie.
Manieri Elia ha ricordato che "il confronto con il contemporaneo
è nella storia dell'Accademia" ed evidenziato che l'artista
"riflette temi come spazio, luce, prospettiva, colore, che sono
caratteristici della pittura veneta"; aspetti, assieme a quelli
del rapporto con il nero " assoluto", il buio, la bellezza e la
violenza, che l'artista ha affrontato in un colloquio con il
curatore. Riguardo a una domanda su Venezia, se il suo essere
ora è luce o oscurità, Kapoor ha rilevato che "una teoria
infinita di artisti, scrittori, pensatori sono venuti qui per il
senso di meraviglia che la città dà. Per il senso di meraviglia
della città che sorge dal mare e cos'è il mare se non il luogo
dove viene nascosto il buio, l'invisibile? Dove c'è quello che
fa parte del nostro stato psichico? Dunque, il sorgere dal mare
è un sorgere alla luce, ma c'è poi il ritorno verso il buio".
L'artista ha aggiunto di non intende inventare un nuovo modo di
guardare Venezia, ma di sottolineare quell'aspetto
particolarmente potente "che viene dato alla città dall'essere
tra est ed ovest".
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