"Il lupo è tornato tra noi e la
convivenza è possibile. La questione va affrontata sul piano
scientifico e supportata da una corretta informazione". E'
condensato in questi due concetti il parere dell'Associazione
Biologi del Veneto (Abv) sul tema della presenza del lupo sulle
montagne della regione, e sul clima di preoccupazione che
accompagna la riccmparsa, dopo 150 anni, di questi animali. "Le
osservazioni sempre più frequenti e le predazioni su animali
domestici - spiegano i biologi - devono essere mediate dalla
conoscenza delle misure da intraprendere per ridurre questo
fenomeno che crea danni e disagi. La loro assenza secolare ha
rimosso, dalla nostra memoria storica, quei comportamenti
necessari ad una serena convivenza, e a tutelare gli
allevamenti e gli animali domestici. Secondo ABV, l'antidoto al
conflitto sociale che si crea quando appare una crisi faunistica
(l'Orso in Trentino o ai Cinghiali in città), è la prevenzione e
una corretta comunicazione. Citando gli ultimi report della
Regione sulla presenza dei lupi (ad oggi 12 branchi stabili, con
presenze nelle province montane fino a raggiungere i colli
Berici ed Euganei) i biologi osservano che "l'impatto più
evidente è la predazione sugli allevamenti a pascolo, ovini e
bovini, che non sono dotati di alcuna misura di protezione
preventiva, stante la relativa novità del fenomeno". In regioni
come l'Abruzzo, dove il lupo è sempre stato presente, " la
convivenza tra allevatori e lupo è radicata nella cultura:
"nessun allevatore si sognerebbe di non dotare, il proprio
allevamento al pascolo, di reti elettrificate e cani da pecora
abruzzese-maremmano, riconosciuti a livello mondiale come i cani
più efficaci nella protezione dai predatori". Le dotazioni a
difesa degli allevamenti, inoltre, vanno applicate in primis
alle aree di prima colonizzazione scelte dal lupo, cioè quelle
montane a bassa densità di popolazione residente, distribuite su
piccoli paesi sparsi ai margini dei boschi, In questo contesto
naturale il lupo tende a frequentare questi piccoli paesi; "se
non mediato culturalmente - afferma -, questo comportamento crea
un comprensibile disagio nei residenti che va affrontato, da una
parte dialogando in modo partecipativo e dall'altro con modalità
di prevenzioni delle predazionii. La prevenzione è tanto più
efficace quanto è costruita su misura degli animali domestici da
proteggere, caso per caso, azienda per azienda, località per
località e realizzata da chi ha una profonda conoscenza del
lupo; in caso contrario queste recinzioni elettriche diventano
una trappola".
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