Scende la curva dei nuovi contagi
in Veneto, con 19.811 casi nelle ultime 24 ore, in diminuzione
rispetto agli oltre 21 mila registrati ieri, con il totale oltre
quota 800 mila (812.561). Il bollettino regionale segnala 9
vittime, e un totale di 12.621 morti dall'inizio della pandemia.
Gli attuali positivi sono 215.195, +9.496 rispetto a ieri.
Forte il calo dei dati ospedalieri, con 1.566 ricoverati nei
reparti (-114) e 210 (-5) nelle terapie intensive.
Prosegue intanto a ritmi sostenuti la campagna vaccinale in
Veneto, con 53.648 somministrazioni nella giornata di ieri,
sospinte dalle terze dosi (44.766). In totale, dall'inizio delle
vaccinazioni anti-Covid, sono state 9.607.210 le dosi iniettate.
Il ciclo vaccinale è stato completato alla seconda dose
dall'86,2% della popolazione 'over 12', mentre ad aver ricevuto
il booster sono stati 2.092.289 residenti, pari al 47,8%.
La ripresa a regime dell'attività industriale dopo le
festività pone anche problemi legati alle assenze per contagi
nelle aziende. Assindustria Venetocentro lo ha "fotografato" per
gli associati di Padova e Treviso, dove il 9,4% dei lavoratori
è risultato assente per effetto di contagi od obblighi di
quarantena, ma per più di un'azienda su dieci (11,9%) manca
oltre il 20% del personale.
L'impennata delle assenze sul lavoro al 10 gennaio è del
+53,7% in media rispetto alle due settimane precedenti, ma per
il 7,8% del campione l'assenteismo va oltre il 100%, con oneri
aggiuntivi o conseguenze sull'operatività per il 53,2% delle
aziende, per il 33,9% la modifica di turni o orari di lavoro,
per il 10,4% la ricerca di personale temporaneo, la chiusura
temporanea o parziale di reparti produttivi per l'8,6%.
Sul piano della gestione e comunicazione dei dati, oggi il
presidente regionale Luca Zaia ha sostenuto di aver avanzato per
primo la proposta di non contare i positivi tra gli
asintomatici, "tanto è vero - ha dichiarato all'ANSA - che come
regione siamo coordinatori del Gruppo di lavoro della
prevenzione e questa è una delle proposte. L'Edcd dà già come
indicazione di valutare solo i sintomatici". Il positivo,
dunque, a detta di Zaia "non è più chiunque passi per strada ma
è il sintomatico".
Respinta invece l'ipotesi di creare degli hub vaccinali
dedicati nelle scuole, perché "richiederebbe uno spiegamento di
forze pauroso e sarebbe un'attività a macchia di leopardo. Ormai
la percentuale di ragazzi in età scolastica che si è vaccinata è
già importante, e quindi deduco che chi non si è vaccinato non
lo ha fatto perché non abbiamo gli hub nelle scuole, ma perché
ha deciso di non farlo. Dai 12 al 19 anni - ha concluso - già
l'84,4% dei ragazzi si è vaccinato e dai 5 agli 11 anni il
Veneto è tra le prime due regioni italiane per numero di
accessi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA