Le strategie di sviluppo
dell'Autorità di sistema portuale Mar Adriatico settentrionale e
gli interventi per garantire il rispetto degli obiettivi
prefissati sono strettamente collegati al più generale tema
della salvaguardia della laguna di Venezia. Non risulta però
ancora completata l'unificazione amministrativa e gestionale dei
porti compresi nell'Autorità, con evidenti ripercussioni sulla
programmazione strategica, sull'organizzazione e sui servizi
gestiti.
È quanto emerge dalla relazione della Sezione del controllo
sugli enti della Corte dei conti con cui è stata approvata la
gestione 2020 dell'Authority portuale di Venezia e Chioggia.
La magistratura contabile ha evidenziato l'assenza di
aggiornamenti al Protocollo sperimentale "Fanghi", risalente al
1993 e ancora unico riferimento per la gestione in condizioni di
sicurezza ambientale dei sedimenti, anche al fine di adeguarlo
alle più recenti discipline normative comunitarie e nazionali,
in materia di salvaguardia ambientale.
Visti gli ultimi provvedimenti normativi - prosegue la
Sezione - come il "decreto Venezia" e il Pnrr che hanno previsto
ingenti risorse per lo sviluppo dell'area, è necessario dar
corso rapidamente a un'ampia programmazione strategica degli
interventi di sviluppo. In materia di grandi infrastrutture,
inoltre, si sono registrati nel 2020 ancora ritardi, soprattutto
nella riconversione e riqualificazione economica dell'area
industriale di Porto Marghera.
La gestione 2020 si è conclusa con un avanzo finanziario di
competenza di 7.188.288 euro e un risultato di amministrazione
di 20.280.936 euro. Il conto economico evidenzia un utile di
esercizio di 425.236 euro, inferiore rispetto al 2019 (10,5
milioni), ma che sconta gli effetti della pandemia nella
gestione delle attività e nel bilancio, in particolare la
contrazione dei proventi da tasse di ancoraggio, tasse portuali
e canoni e alla diminuzione del traffico portuale (-11% sul
2019) che si attesta complessivamente a 23 milioni di
tonnellate: il porto di Venezia vede diminuire i propri traffici
del 10,2% mentre quello di Chioggia di ben il 31%.
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