Capolavori da vedere e da
ascoltare. L' uso formidabile del colore come le note di una
partitura. L' intreccio di pittura e musica per svelare il mondo
interiore. La complessità di Vasilij Kandinskij è a portata di
mano a Rovigo nella mostra che riunisce fino al 26 giugno a
Palazzo Roverella 80 opere, un numero eccezionale che arriva da
musei internazionali, russi in particolare, e da collezioni
private straniere e italiane. ''Kandinskij. L' opera 1900-1940''
curata da Paolo Bolpagni e Evgenija Petrova, è un viaggio
cronologico affascinante con capitoli utili a comprendere come
l' artista che ha rivoluzionato il Novecento non fosse guidato
dal dogmatismo. Lo dimostrano quei cinque olii su vetro
figurativi che si riallacciano alla tradizione iconografica
russa realizzati nel 1918, nel pieno del suo primo periodo
astratto, a cui è riservata una piccola sala.
Kandinskij è il prototipo dell' artista europeo, hanno
rimarcato i curatori, Russia, Monaco di Baviera, di nuovo in
Russia poi ancora in poi Germania e infine la Francia, con
viaggi in altri paesi del Continente. Nella sua pittura astratta
- termine che odiava preferendo la definizione di "pittura senza
oggetto" - affiora spesso qualche elemento concreto… un pesce,
un cavallo, un uccello, una figura umana. La figurazione non si
esaurisce con il passaggio all' astrattismo, va e viene nella
sua produzione.
Kandinskij non solo aprì la strada a un intero filone del
ventesimo e del ventunesimo secolo. Dal punto di vista storico
ha segnato un prima e un dopo.
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