Quattro persone sono state
rinviate a giudizio per truffa e falsità ideologica al termine
di un'indagine dei Carabinieri Forestali di Mel (Belluno), che
hanno scoperto irregolarità dal 2014 al 2016 legate alla vendita
di biomasse per la produzione di energia elettrica da boschi in
Provincia di Belluno e di Vicenza.
I militari hanno scoperto che erano state conferite, in due
centrali di produzione di energia elettrica nel bellunese, circa
27.874 tonnellate di scarti della lavorazione del legname che in
realtà provenivano da altre foreste. Erano inoltre - secondo gli
investigatori - state prodotte false attestazioni di
provenienze, allo scopo di percepire gli incentivi previsti per
questo tipo di energia rinnovabile. I quantitativi erano
oggettivamente superiori a quelli ricavabili dai boschi. Anche
il funzionario del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari
e Forestali era stato tratto in inganno da questa attività
irregolare.
Due ditte bellunesi hanno così ricevuto dalle centrali
destinatarie del prodotto, rispettivamente, 6.953 e 149.690
euro, il sovrapprezzo dovuto alla consegna dei materiale
legnoso; il Gestore Servizi Energetici (Gse) ha erogato alle
centrali gli incentivi previsti per la "filiera corta" per una
cifra complessiva di 723.478 euro, su cui è in corso
un'istruttoria da parte della Corte dei Conti per danno
erariale.
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