"Io lo vedevo spesso, di fronte a
un suo Tondo appena concluso, piegarsi lateralmente, alzarsi in
punta di piedi, girare e inclinare la testa sempre più, quasi a
volerci entrare dentro ruotando su se stesso". Fabrizio Gazzarri
descrive così l'operare in studio di Emilio Vedova, impegnato a
metà degli anni '80 su un ciclo di dipinti caratterizzati dal
confronto con una forma geometrica, quella circolare, "che lo
sta intrigando con insistenza".
Una trentina di opere inedite dell'artista veneziano
(1919-2006), eseguite tra il 1985 e il 1987 - quando cifra
distintiva della sua pittura diviene quella "forma-cerchio" che
definiva "una possibile dimensione di 'altro' sentirsi" - sono
al centro della mostra dedicata ai Tondi e agli Oltre, in
programma fino al 30 giugno prossimo alla Galleria dello Scudo,
a Verona, in collaborazione con la Fondazione Emilio e
Annabianca Vedova.
I Tondi e gli Oltre sono accomunati dalla ricorrente presenza
dell'elemento circolare; nel primo caso è il formato del
supporto, nel secondo è il perimetro della pittura inscritta in
una tela quadrata. In mostra anche alcuni lavori su carta del
1985, eseguiti nel periodo in cui Vedova preparava la sua
partecipazione alla rassegna Italia aperta alla Fundación Caja
de Pensiones a Madrid, che segna l'esordio pubblico dei primi
Dischi, e in particolare del ciclo Non a caso '85.
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