Il Nucleo di polizia economico
finanziaria della Gdf di Milano, in un nuovo filone
dell'inchiesta del pm Paolo Storari con al centro il gruppo
veneto Cegalin, che si occupa di servizi di pulizie e
facchinaggio negli alberghi, ha arrestato Pierantonio Pegoraro,
fondatore e amministratore di fatto della società, e il
commercialista Nicola Gagliardi, perché avrebbero riciclato
circa 10 milioni di euro all'estero. E un sequestro per
autoriciclaggio di quell'importo a carico dei due (in carcere) è
stato eseguito sempre dalle Fiamme Gialle.
L'inchiesta ha accertato un sistema di presunte false
fatture, tra il 2017 e il 2020, di circa 104 milioni di euro.
Nel luglio dello scorso anno, la Gdf aveva eseguito un altro
sequestro da quasi 22 milioni di euro per frode fiscale nella
prima tranche d'indagine su Cegalin e sul partner Hotelvolver,
dalla quale era emerso un meccanismo attraverso il quale il
gruppo, tra il 2013 e il 2016, avrebbe esternalizzato il lavoro
avvalendosi di 21 cooperative le quali, però, non avrebbero
versato i contributi previdenziali ai lavoratori né l'Iva. E
proprio con un sistema di false fatture, poi, i profitti
illeciti sarebbero stati dirottati all'estero. Con gli
accertamenti è stato ricostruito che, tra il 2013 e il 2020,
circa 5400 lavoratori sarebbero 'transitati' per varie
cooperative (quasi 2mila hanno lavorato in almeno due di
queste).
E' venuto a galla un "modello fraudolento", si legge negli
atti, con "gravi condotte" che hanno agevolato "lo sfruttamento
dei lavoratori" e determinato "pratiche di concorrenza sleale".
Lo scorso novembre, poi, il gip Anna Calabi, accogliendo la
richiesta del pm, aveva anche disposto il 'commissariamento
giudiziale' del gruppo Cegalin-Hotelvolver.
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