Veneto per origini e cultura, al
punto che "la latte" lo coniuga al femminile come si usa attorno
al Brennero, ma global convinto, il vicentino Roberto Brazzale
ha scelto nel Duemila di clonare lo stabilimento produttivo di
formaggi della Brazzale Spa, che ha sede a Zane' (Vicenza) in
Repubblica Ceca dove, col marchio Gran Moravia, produce una
gamma di specialità casearie della tradizione italiana. Un
unicum come modello di impresa che negli anni ha suscitato un
gran dibattito nella filiera agroalimentare made in Italy, e
anche un contenzioso in corso col Consorzio Grana Padano, oltre
che una iniziale scissione tra i soci della stessa azienda
Brazzale Spa, che tuttavia ha chiuso il 2021 con un fatturato di
230 milioni di euro, ha oltre 900 dipendenti negli otto impianti
produttivi distribuiti in Italia, Repubblica Ceca e Brasile.
E nella Giornata mondiale dell'Ambiente si presenta come
apripista della filiera ecosostenibile, avviata nel 2010, del
Gran Moravia, che nel 2012 è il primo formaggio al mondo a
quantificare e comunicare al consumatore la propria impronta
idrica (water footprint) e a presentare l'etichetta multimediale
di origine che permette, grazie al Qrcode di comunicare la
provenienza del prodotto. "Così scelgo di produrre Made in
future" sottolinea Roberto Brazzale. E l'innovazione è tangibile
in questo caseificio che nel 2021 apre la più grande struttura
al mondo completamente automatizzata per il Gran Moravia,
autosufficiente anche dal punto di vista energetico perché
alimentata da pannelli solari, per una produzione di 250mila
forme gestite dall'intelligenza artificale, praticamente tutti
robot e un solo dipendente umano. Inoltre l'Università di Milano
dirige un centro ricerca all'interno dell'azienda per la
valorizzazione del latte, burro e prodotti caseari.
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