"Sono restio a fare il grillo
parlante. Però quando porti in scena uno spettacolo oggi, con le
preoccupazioni che abbiamo, dal covid alla guerra, non puoi
pensare a un lavoro d'autore e raccontare cosa tu hai capito del
mondo. Devi fare innanzitutto un esercizio fondamentale:
costruire un vestito di pezzi di carta con una buona colla, che
tenga dentro dalla prima all'ultima poltrona. Devi tenere
insieme le persone che hai davanti, ostinatamente, sera per
sera, perché arrivano sole e non devono andar via sole.
Sostanzialmente, devi far politica, nell'accezione più antica
della parola". Così Marco Paolini debutta il 15 e 16/7 i alla
74/a edizione dell'Estate Teatrale Veronese, con la prima
nazionale di Boomers, nuovo Album scritto con Michela Signori, a
vent'anni dal Bestiario veneto (il 18/7 a Milano e il 19 a
Bassano del Grappa). "Anagraficamente, rientro anche io nei
Boomers (i nati tra il 1946 e il 1964 ndr), anche se poi le
generazioni sono solo una convenzione che usiamo per marcare il
tempo, una ogni 25 anni - racconta l'attore all'ANSA - A
guardare i dati, però, mi sono reso conto che è stata l'ultima
con una massa critica tale da poter modificare degli equilibri.
E l'ultima in crescita di nascite. E i dati ecologici e
ambientali di oggi ci inchiodano a responsabilità nette nei
confronti del pianeta". Lo spettacolo è dunque un salto indietro
nei frammenti di memorie condivise di un piccolo mondo non
antico, ma tramontato, sepolto nella rapida trasformazione del
paesaggio, del costume, della dipendenza da tecnologie
portatili. In scena, "la storia di un figlio che inventa un
videogioco immersivo in cui un padre si ritrova ad avere
vent'anni, nel mondo che ha perduto. Il suo Jurassic Park è il
bar della Jole, dove ritrova personaggi e avventure, ma diversi
da come ricordava". Con lui, Patrizia Laquidara e i musicisti
Davide Pezzin e Davide Repele.
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