Sarà Fosbury Architecture a curare il
Padiglione Italia nella Biennale Architettura 2023 firmata da
Lesley Lokko. Lo annuncia il ministro della cultura Franceschini
che ha scelto il gruppo fondato nel 2013 a Milano nella terna
individuata dal dg e commissario del Padiglione Italia, Onofrio
Cutaia. "La scelta di un giovane collettivo composto
interamente da trentenni, uomini e donne - dice Franceschini-
risponde pienamente al tema della 18esima biennale architettura
intitolata Il laboratorio del futuro". Fosbury Architecture
(F.A.) è un collettivo di design e ricerca fondato da Giacomo
Ardesio (1987), Alessandro Bonizzoni (1988), Nicola Campri
(1989), Claudia Mainardi (1987) e Veronica Caprino (1988). "Con
immenso onore e riconoscenza, accogliamo la nomina", scrivono
oggi i 5 giovani professionisti ringraziando il ministro della
Cultura Dario Franceschini e la direzione generale Creatività
Contemporanea per la fiducia accordata, "Lavoreremo con il
massimo impegno, consapevoli del valore che questa nomina
rappresenta soprattutto per le giovani generazioni".
Fosbury Architecture è stato curatore della mostra monografica
Characters presso la Galleria Magazin a Vienna (2022), dello
Urban Center di Prato presso il Centro Pecci (2021/2022) e di
Milano 2030 presso Triennale Milano (2019). Ha preso parte a
numerose Biennali di Architettura nazionali e internazionali tra
cui quelle di Lisbona (2019), Versailles (2019), Chicago (2017)
e Venezia (2016). Il lavoro di F.A. è stato, inoltre, esposto
nelle collettive: Take Your Seat promossa dall'ADI Design Museum
di Milano; The State of the Art of Architecture presso Triennale
Milano; Re-Constructivist Architecture presso la RIBA Gallery di
Londra; Adhocracy presso l'Onassis Center di Atene; Mean Home
presso la British School di Roma.
F.A. ha lavorato a numerosi allestimenti di mostre, tra i quali
Verde Prato (2019) presso il Centro Pecci, premiato con menzione
per il Premio TYoung 2021. Ha curato con Alterazioni Video la
pubblicazione Incompiuto, La Nascita di uno Stile (2018)
supportata dall'allora MIBACT (l'attuale Ministero della
Cultura) e premiata con la menzione d'onore per il Compasso
d'Oro 2020.
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