I titoli di Princess, il film di
Roberto De Paolis, che a Venezia 79 apre il concorso di
Orizzonti, sono scritti con il font, il carattere grafico,
morbido e incorniciato tipico delle favole. Non c'è l'happy end
in questo film, ma nella vita reale della protagonista Glory
Kevin, nigeriana, 25 anni, da 6 in Italia, mamma di una neonata
che al Lido tutti coccolano. Il regista l'ha incontrata che si
prostituiva in strada a Roma e il cinema le ha cambiato la vita.
Glory Kevin è una forza della natura, una giovane donna carica
di energia e speranza.
"L'Italia è un bel posto, se hai un sogno, un obiettivo lo
puoi realizzare, puoi andare a scuola, imparare una professione,
in Nigeria non è così, è difficile portare avanti dei progetti,
impossibile realizzare i propri sogni. Non voglio generalizzare
- dice - ma in Italia ci sono brave persone, come quelle che ho
avuto la fortuna di incontrare io, ossia Roberto (il regista
ndr) e Carla (la produttrice Altieri) che con me sono stati
fantastici, gli devo tutto". Glory si prostituiva a Roma, dopo
aver fatto il percorso ben noto della tratta delle nigeriane,
"l'arrivo in Libia, l'approdo in Italia, il ricatto delle
madame, il pagamento di cifre esorbitanti attraverso la
prostituzione, la schiavitù in strada", racconta De Paolis che
ha lavorato un anno sul campo prima di girare. "Ho provato con
Princess a raccontare questi argomenti e l'Italia stessa
attraverso gli occhi di queste giovani donne, ribaltando una
prospettiva che è la nostra, farci dire da loro come è la vita
in questi bordi delle strade, ai margini della città o in un
bosco come capita nel film (è la pineta di Ostia ndr). La
prostituzione è un modo per raccontare la condizione di
marginalità, poi ho incontrato Glory, la Princess che dà il
titolo al mio film, e le ho dato la libertà di raccontarsi, di
costruire il personaggio protagonista sulla sua esperienza di
vita".
Prodotto da Young Films, Indigo con Rai Cinema, il film
uscirà prossimamente in sala con Lucky Red.
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