L'industria italiana della moda si
dà appuntamento a Venezia, il prossimo 27-28 ottobre, in
occasione di "Venice Sustainable Fashion Forum 2022", il primo
summit internazionale dedicato a un futuro sostenibile del
settore, per lanciare un appello condiviso tra gli attori
principali di filiera che renda possibile la necessaria
transizione ecologica.
La due giorni, in programma alla Fondazione Giorgio Cini
dell'isola di San Giorgio, è promossa da Confindustria Venezia e
Rovigo e The European House-Ambrosetti, con il patrocinio di
Assocalzaturifici, Camera Nazionale della Moda Italiana e
Sistema Moda Italia (Smi).
Secondo le rilevazioni effettuate da Ambrosetti, le stime
sulle emissioni di carbonio del settore moda registrano uno
scostamento fino al 310% tra le diverse fonti interpellate;
similmente, le stime sui prelievi annuali di acqua dolce da
parte delle imprese evidenziano variazioni fino al 172% l'una
dall'altra e fino al 429% rispetto ai dati sull'utilizzo di
acqua per la produzione di jeans.
Emerge l'obbligo per circa 1.000 aziende europee dei settori
fashion e lusso di rendere pubbliche annualmente le loro
performance quantitative di sostenibilità a partire dall'anno
fiscale 2023 o, al più tardi, dal 2024, secondo gli standard
introdotti dalle nuove direttive europee.
L'Italia, in particolare, è prima in Europa per numero di
imprese interessate da questa scadenza, quasi 300, seguita dalla
Francia con più di 130 e dalla Germania con 110, mentre tutti
gli altri paesi dell'area UE presentano una media di circa 25
aziende interessate. La transizione sostenibile è una questione
strategica per l'industria nazionale della moda, che ha un
fatturato di circa 100 miliardi, oltre 500.000 addetti e più di
60.000 aziende.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA