I Carabinieri, coordinati dalla
Procura distrettuale antimafia di Venezia, hanno messo sotto
indagine per reati ambientali relativi al trattamento illecito
di rifiuti nove persone.
L'indagine, di portata internazionale, riguarda 12 ditte che
gravitano nei territori di Veneto, Friuli Venezia Giulia,
Lombardia e Campania. Avviata dalla Dda di Venezia tra il 2019 e
il 2020 ha consentito - secondo fonti della Procura lagunare -
di ricostruire e quindi bloccare il traffico di rifiuti di tipo
speciale, tra cui pallet, pelli, gomme, plastiche e inerti,
gestiti e smaltiti in modo del tutto illegale dopo essere stati
stoccati in alcuni capannoni industriali, ora sotto sequestro, a
Borgo Veneto (Padova), Remanzacco (Udine), Monfalcone (Gorizia)
per poi essere trasferiti in siti illegali in Ungheria, Slovenia
e Croazia.
Oltre 70 gli episodi di traffico illecito documentati nel
corso delle indagini con controlli su due ditte, in particolare,
di Brescia e di Treviso, individuate come capofiliera illegali;
26 persone sono state sentite perché coinvolte come
trasportatori.
Le indagini hanno permesso di ricostruire un traffico
illecito di 1.700 tonnellate di rifiuti con profitti illeciti di
400.000 euro.
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