Il Divisionismo come presupposto
indispensabile, con la scomposizione del colore e la
predominanza della luce, e poi il richiamo al Simbolismo di fine
'800, la relazione difficile con il Cubismo per rivendicare l'
autonomia e il primato della scelte, e il rapporto con quanto
avveniva nel resto d' Europa e in Russia. Nei suoi primi cinque
anni di vita Il Futurismo costruì in questo modo le basi di una
rivoluzione destinata a scuotere la scena facendo piazza pulita
della tradizione all'insegna del dinamismo, della modernità e di
una visione dell' arte capace di coinvolgere e cambiare ogni
aspetto della vita quotidiana.
E' dedicata all'analisi di questa fase cruciale la mostra
'Futurismo. La nascita dell'avanguardia 1910-1915' che la
Fondazione Bano propone a Palazzo Zabarella a Padova fino al 26
febbraio, racconto, affidato a più di 120 opere, alcune delle
quali mai esposte o presentate di rado provenienti da
istituzioni italiane e straniere, galleria e collezioni private.
Scorrono capolavori di Medardo Rosso e Pellizza da Volpedo di
inizio '900 accanto a Balla, Carrà, a un raro notturno di Gino
Severini del 1906.
Di Boccioni, tra le ben 18 opere selezionate, figurano la
celebre scultura 'Forme uniche nella continuità dello spazio''
(1913) che arriva dall'Olanda, e la 'Testa femminile' del 1911,
'gemella' di quella dipinta in Profumo da Luigi Russolo
dell'anno precedente. La narrazione affronta tutti i temi che
connotano l'avanguardia, lo Spiritualismo; il Dinamismo, la Vita
Moderna, la simultaneità, il Polimaterismo e la
tridimensionalità, le tavole parolibere, la Guerra alla quale
seguirà un futurismo diverso.
Non è un caso, però, se è proprio Balla, divenuto il leader
indiscusso, ad aprire e chiudere la mostra, prima con il
ritratto divisionista di Roesler Franz (1902) e infine con il
tripudio dell'ultima sala, con ben 20 opere a suggellare la
"ricostruzione futurista dell'universo", tra i disegni per
abiti, arredi e mobili, un arazzo, fino al monumentale Genio
Futurista del 1925, una sorta di Uomo Vitruviano nuovo e
astratto che tenne alto il nome dell'Italia alla mostra di
Parigi dove nacque l'Art Déco.
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