Francesca Girardi, giovane donna
che all'età di 9 anni fu vittima di uno degli ordigni di
Unabomber, sul greto del Piave, torna a dirsi sicura che quel
giorno vi fosse sulla 'scena' dell'attentato anche il
dinamitardo rimasto senza nome. "Ce l'ho impresso nella memoria
da vent'anni - dice al Corriere Veneto la donna, oggi 28enne -
Era brizzolato, con i capelli corti, gli occhiali e una camicia
colorata, floreale, tipo quelle hawaiane. Mia madre si era
accorta che un estraneo girava da quelle parti. Lui era lì, ci
guardava giocare e ha scelto proprio noi". Una testimonianza -
l'attentato risale al 25 aprile 2003 - che oggi la giovane
conserva ancora chiarissima, e che fu già affidata all'epoca
alle indagini dei Carabinieri. "Sì, ho riferito subito di averlo
visto sul luogo dell'esplosione, ma ero una bambina di 9 anni e
mi era appena successa una cosa terribile, non mi sentivo molto
sicura. Da grande però ho rielaborato l'accaduto e a ferirmi
profondamente è stata proprio la consapevolezza che non si è
trattato di un incidente o di una disgrazia, ma di un atto
voluto".
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