"La ricerca dei documenti ci
mostrò che la famiglia Fortuny viveva nella luce, Mariano viveva
nella luce" ricorda Pierluigi Pizzi, regista e scenografo, che
ha firmato, con Gabriella Belli, ex direttrice della Fondazione
Musei Civici, e Chiara Squarcina, responsabile del Museo, il
nuovo allestimento del Museo Mariano Fortuny Y Madruzo, a
Palazzo Pesaro degli Orfei, a Venezia. Il palazzo, dopo essere
stato utilizzato per molti anni quale sede di mostre temporanee,
ha assunto una nuova veste, anche dopo lavori per i danni
provocati dall'acqua alta del novembre 2019, con la
focalizzazione espositiva sulla figura e l'opera di Mariano,
prima con l'apertura del salone al primo piano e da oggi del
secondo piano.
La luce, attraverso le grandi vetrate, avvolge lo spazio del
secondo piano dove sono stati allestiti quattro "atelier" che
danno testimonianza della creatività e dinamicità di un uomo,
nato a Granada (Spagna) nel 1871 e a Venezia dal 1889 fino alla
morte nel 1949, che ha saputo muoversi nel campo della moda,
dell'arte, della ricerca tecnica per l'illuminazione teatrale,
accompagnando l'agire artistico con un visione e attività
industriale, tanti sono i brevetti depositati.
La genialità dell'artista spagnolo, figlio secondogenito del
pittore Mariano Fortuny y Marsal, morto quando lui aveva solo
tre anni, è esplicitata nell'allestimento in quattro focus:
l'incisione, la stampa in stoffa, la fotografia, il teatro e
l'illuminoteca.
Nella prima sezione, c'è un ideale incontro di Mariano con il
padre all'insegna della comune passione per la tecnica
incisoria, arte non solo praticata ma collezionata. L'avventura
creativa nel campo tessile, intrapresa con la moglie Heriette, è
presentata attraverso stoffe, modelli e abiti, che alla luce
aggiungono un caleidoscopio di colori e trame. Nel campo della
stampa su tessuto introdusse delle innovazioni, come avvenne
nella fotografia - con il brevetto della "Carta Fortuny" per lo
sviluppo e stampa - o nell'illuminazione teatrale, attraverso un
dispositivo denominato "sistema Fortuny".
Il percorso museale permette di avere una visione anche della
biblioteca privata di Mariano, "un vero e proprio cabinet
d'amateur, una wunderkammer - è stato ricordato - colma di cose
preziose, oggfetti d'uso, curiosità, strumenti e volumi rari".
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