Togliere il vino al Belpaese
equivarrebbe, in termini di Pil, a cancellare quasi tutto lo
sport italiano, compreso il calcio. Lo afferma Veronafiere, che
con l'Osservatorio Uiv-Vinitaly ha presentato oggi, alla vigilia
della prima giornata nazionale del Made in Italy e in avvio
della manifestazione, i risultati del progetto: "Se tu togli il
vino all'Italia. Un tuffo nel bicchiere mezzo vuoto". Il
progetto, pensato sulla scorta dei frequenti attacchi rivolti
alla "bevanda nazionale", comprende un'analisi d'impatto
economico commissionata a Prometeia e un focus dell'Osservatorio
Uiv-Vinitaly su tre - tra tantissimi - territori simbolo a
trazione enologica: Barolo, Montalcino ed Etna. I risultati
confermano, quantificandolo, il contributo economico del
comparto: in caso di scomparsa della filiera del vino, 303 mila
persone dovrebbero trovarsi un altro lavoro e il Paese
rinuncerebbe a un asset in grado di generare (tra impatto
diretto, indiretto e indotto) una produzione annua di 45,2
miliardi di euro e un valore aggiunto di 17,4 miliardi di euro.
Uno choc per l'Azienda Italia pari all'1,1% del Pil (lo sport,
secondo stime dell'Istituto Credito sportivo vale l'1,3%). In
questo scenario da day after, faremmo a meno di un
moltiplicatore economico in grado di generare un contributo di
2,4 euro di produzione (e 0,9 di valore aggiunto) per ogni euro
di spesa attivata dall'industria del vino. Infine, ogni 62 mila
euro di valore prodotto dalla filiera garantisce un posto di
lavoro. Per il ministro dell'Agricoltura e della Sovranità
alimentare, Francesco Lollobrigida, "L'Italia senza il vino
sarebbe una Nazione più povera, non solo a livello culturale e
ambientale, ma anche sul piano economico, in quanto il settore
vinicolo è un asset strategico per l'occupazione e per l'export
italiano nel mondo".
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