"La Zes unica è manchevole, al
momento, di una vera e propria politica industriale che va a
puntare sui punti di forza e a rafforzare il tessuto produttivo
meridionale". Ne è convinto Antonio Visconti, presidente
nazionale della Ficei, Federazione italiana consorzi enti
industrializzazione e alla guida del consorzio per l'area di
sviluppo industriale di Salerno.
Che parte da un concetto: "Ad oggi non sono stati ancora resi
disponibili i moduli per il credito d'imposta riconosciuto agli
imprenditori che investiranno nella Zes. La scadenza per il
riconoscimento delle agevolazioni fiscali è fissata al 15
novembre prossimo. Mancano quindi poco più di sei mesi". E
ricorda: "Lo scorso primo gennaio è stata introdotta una nuova
disciplina per le agevolazioni nel Mezzogiorno a seguito del
ridisegno della Zes unica".
"Ad oggi - prosegue Antonio Visconti - le imprese presenti in
otto regioni del Sud, regioni alle quali questa misura era stata
presentata come una sorta di 'riscatto del meridione', non
conoscono ancora quando e come sarà possibile presentare le
domande per il credito d'imposta, che va ricordato si
concretizzano in importi, fino al 60% della spesa, che possono
essere compensati sulle tasse. A conti fatti, siccome questa
misura si rivolge a investimenti come linee produttive,
stabilimenti, capannoni e impianti industriali, cioè spese
significative, nella maggior parte dei casi non sarà possibile
usufruire di questa agevolazione non essendo tali investimenti
ancora partiti".
Per Antonio Visconti "la Zes unica è una incompiuta. Di fatto,
le imprese meridionali, rispetto alle misure in vigore fino a
dicembre 2023, hanno visto scomparire un'agevolazione e anzi
risultano penalizzati tutti gli investimenti che si sarebbero
invece potuti fare".
Il presidente nazionale Ficei spiega come "le esperienze
internazionali riuscite come quelle di Tangeri in Marocco, di
Shenzen in Cina e quella polacca, fanno capire come le Zes
generalmente sono connesse a grandi infrastrutture logistiche,
attorno alle quali introdurre normative di eccezionale vantaggio
per creare una sorta di 'motore di propulsione'. Questo perché
gli incentivi dovrebbe essere rilevanti, tali da creare elementi
di vantaggio eccezionali da diffondersi poi a interi distretti e
regioni. In Italia invece questa Zes unica è uno strumento di
riduzione del gap oggi esistente tra Nord e Sud. Una misura
generalistica e compensativa, nulla di più. Tanto che risulta
poco attinente perfino parlare di Zes: per me è più una misura
di 'perequazione'. Prendiamo il finanziamento previsto, che è
1,8 miliardi, ovvero 225 milioni di euro a regione. Si può
parlare di rivoluzione nel Mezzogiorno con 225 milioni per
regione? Siamo di fronte ad investimenti che può fare una
singola grande impresa in un anno. Insomma, al momento, la Zes
in Italia è incompiuta".
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