I cani antiveleno del Corpo Forestale dello Stato sono al lavoro nelle campagne del Comune di Pettorano sul Gizio, nell'Aquilano, nell'area limitrofa al ritrovamento del giovane orso Marsicano morto. L'unità è composta da due cani e un conduttore. Si cercano eventuali bocconi avvelenati, visto che l'orso a una prima ricognizione visiva non presenta lesioni da trauma né ferite d'arma da fuoco. Perlustrazioni anche per escludere altre carcasse di animali.
Proseguono dunque le indagini per accertare eventuali responsabilità nella morte dell'orso ritrovato ai margini di una pista ciclabile in località San Biagio nel comune di Pettorano sul Gizio nell' Aquilano. Dopo il sequestro penale della carcassa dell' animale ordinato dalla procura di Sulmona, il reparto di polizia giudiziaria del corpo forestale sta battendo a tappeto l'intera zona tra Pettorano e Valle Larga frequentata dall'orso per indirizzare con precisione i filoni di indagine. "Al momento non ci sono indagati - riferisce il comandante del corpo forestale della provincia dell'Aquila, Nevio Savini - abbiamo sentito tre persone perché a conoscenza dei fatti, soprattutto quelle che hanno avvistato e ritrovato l'orso. Non abbiamo sentito ancora gli allevatori ai quali il plantigrado ha fatto visita in questi ultimi giorni, lo faremo nelle prossime ore".
Se fosse confermato l'avvelenamento ("al momento l'ipotesi più accreditata non essendo state trovate ferite") "l'Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (Aidaa) è pronta a pagare una taglia di 50.000 euro - si legge in una nota - a chi aiuterà a rintracciare, denunciare e far condannare l'avvelenatore. Avvelenare un cucciolo di orso marsicano - prosegue l'Aidaa - è un delitto prima ancora che un reato, è ora che questi delinquenti paghino le loro colpe e le paghino con condanne esemplari e non cavandosela con semplici multe". L'Associazione ricorda che non si esclude che possa trattarsi dello stesso orso che era stato avvistato nei giorni scorsi aggirarsi attorno ad alcune abitazioni (e pollai) della zona.
I cani del Nucleo Cinofilo Antiveleno sono due: si tratta di un labrador di sei anni, Jonai, e un pastore belga Malinois, Dingo, di cinque anni. I due cani sono stati addestrati nell'ambito del progetto Ue iniziato nel 2009 'Life Antidoto' e terminato nel 2014 sotto l'egida del parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A coordinare le operazioni il comandante del Corpo Forestale della Provincia dell'Aquila, Nevio Savini.