"Abbiamo esaminato la sentenza, che è molto lunga e conta 20 pagine di motivazioni. Non entriamo nel merito, in quanto riteniamo che le sentenze si rispettano, non si commentano ma eventualmente si impugnano. Noi la impugneremo perché riteniamo che ci siano i margini affinché la corte d'appello la riformi". A parlare così, al termine della riunione convocata d'urgenza dal presidente del Cirsu Angelo Di Matteo dopo la sentenza di fallimento pronunciata dal giudice Giovanni Cirillo, è il sindaco di Giulianova Francesco Mastromauro.
Come gli altri colleghi, Mastromauro si dice molto preoccupato per le ricadute che la sentenza potrebbe avere in termini igienico-sanitari. "A chi mi chiede quali ripercussioni ci saranno a livello economico per i Comuni rispondo nessuna - dichiara Mastromauro - perché rispondono i solo per i 20mila euro di quota nominale depositati. La nostra preoccupazione, invece, è un'altra e riguarda i profili gestionali ambientali e sanitari riferibili all'impianto di proprietà di Cirsu che ad oggi assicura dei servizi pubblici essenziali relativi al conferimento e trattamento rifiuti solidi urbano non solo dei Comuni soci ma dell'intera provincia". Sulla stessa linea il sindaco di Roseto Enio Pavone, che sottolinea che sarà depositata la richiesta di incontro con il giudice delegato e i curatori. "La nostra preoccupazione maggiore, ad oggi, riguarda l'aspetto dei servizi pubblici essenziali assicurati da Cirsu - commenta - e quindi la continuità del servizio. Abbiamo poi dato mandato al legale che rappresenta il Cirsu di presentare appello contro la sentenza di fallimento".
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