Il percorso di valanga
alla base del quale si trovava l'Hotel Rigopiano a Farindola,
''posto poco oltre i 1.100 metri di quota, è un classico esempio
di percorso abituale'', favorevole ''al distacco di grandi masse
nevose''. E le scosse di terremoto del 18 gennaio anche se non
possono essere considerate ''un fattore innescante'', possono
essere state una concausa della slavina, anche se avvenute molte
ore prima. Lo afferma il prof. Massimiliano Fazzini, climatologo
dell'Università di Camerino.
Il percorso della slavina di Farindola è ''costituito da
un'ampia morfologia glaciale relitta (un circo glaciale), tra i
1.800 e i 1950 metri circa - sostiene Fazzini - e non a quote
prossime a 2.500 metri, come invece è stato più volte
erroneamente detto, caratterizzato da un fondo per lo più erboso
o a tratti roccioso ma con rugosità molto limitata e dunque
favorevole al distacco di grandi masse nevose qualora si
oltrepassi un'altezza della neve caratteristica''. La collina
sulla quale poggia l'hotel è legata all'accumulo da parte di
dinamiche simili che hanno interessato nel passato quell'area, e
lì c'è un ''conoide alluvionale attivo, che necessita
particolare attenzione''.
Il manto nevoso, spesso oltre 200 centimetri, sottolinea
l'esperto, era caratterizzato da ''uno strato basale di circa 70
cm di neve vecchia, sulla quale poggiava un possente accumulo di
neve fresca spesso circa 130 centimetri. Tra questi due 'pacchi'
di neve c'era un sottile ma determinante strato di neve
pallottolare che di fatto impediva la coesione tra le strutture
nivologiche che ho detto, e soprattutto, rappresenta uno dei
classici piani di scivolamento conosciuti''.
Non solo, nelle ultime 48 ore, ricorda Fazzini, l'intero
dominio dei grandi massicci appenninici di Abruzzo e Molise è
stato interessato da eventi valanghivi di medie dimensioni,
dovuti alle abbondantissime nevicate ma in alcuni casi e
localmente legati anche agli effetti del sisma. ''E' accaduto
nella frazione Ortolano di Campotosto sui Monti della Laga e
sulla catena dei Sibillini, particolarmente vicina
all'epicentro, ma anche a distanze assolutamente
ragguardevoli''. Come sui versanti settentrionali del massiccio
del Matese, dove sulla Sp 106 di Campitello Matese, fa sapere il
climatologo, ''sono cadute contemporaneamente, intorno alle
10:30 di ieri, tre valanghe di media dimensione su canali
definiti percorsi abituali valanghivi''.
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