(ANSA) - TERAMO, 14 APR -Il giudice Stefania Cannavale del Tribunale di Teramo ha accolto il ricorso urgente presentato dall'associazione Autismo Abruzzo Onlus dopo la mancata "presa in carico" da parte della Asl di Teramo del piccolo Mattia. La Asl dovrà quindi erogare, a totale suo carico, le attività riabilitative con metodo Aba (Applied Behavior Analysis) prescritte dall'Unità di Valutazione Multi dimensionale (Uvm). La decisione del giudice stabilisce, infatti, il diritto alle cure per effetto della legge nazionale sull'autismo (134/2015) e dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). Mattia, 10 anni, da tre fa attività riabilitativa a carico esclusivamente familiare. Nell'individuare le modalità operative dell'intervento, il giudice ha coinvolto il Centro regionale di riferimento per l'Autismo (Crra), struttura pubblica e con competenze diagnostiche che gestisce due centri diurni a trattamento intensivo a L'Aquila e Pratola Peligna (L'Aquila). Ora il Crra dovrà individuare l'educatore Aba da inviare a casa di Mattia e la Asl di Teramo dovrà sostenerne i costi. "La legge sull'autismo 134/2015, le linee guida per l'autismo e i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza hanno quindi senso, efficacia e valore - commenta il presidente dell'associazione, Dario Verzulli -. Non poteva esserci Pasqua più bella per le famiglie con autismo che possono da oggi considerare avviato un percorso di rinascita e, consapevoli dei diritti dei loro cari, non devono mai abbandonare la speranza di una 'presa in carico'. Il ricorso di Autismo Abruzzo Onlus è stato curato dall'avvocato di Chieti Giovanni Legnini. Ora l'associazione spera che questa sentenza - che di fatto applica le indicazioni delle Linee Guida per l'Autismo che riconoscono i metodi di intervento Teacch, Aba e Denver - possa "essere di aiuto a quelle Regioni e Asl che si ostinano a non affrontare tali situazioni. La famiglia di Mattia finalmente potrà fruire delle terapie necessarie senza sostenere gravosi costi diretti e senza dover attendere tempi biblici".
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