"Sono convinto che evidentemente
qualche interpretazione che non sia esattamente corrispondente
alle esigenze possa esservi. Ovviamente si rispetta
l'interpretazione della Corte Costituzionale, ma è anche vero
però che il carcere duro, quello che è stato il meccanismo e
quelle che sono state le misure hanno rappresentato,
all'indomani della Strage di Capaci, la risposta più forte che
lo Stato potesse dare". Lo ha detto il procuratore nazionale
antimafia Federico Cafiero de Raho, intervenendo alla cerimonia
di premiazione del "Premio Nazionale Paolo Borsellino", giunto
alla sua 24/a edizione, in merito al pronunciamento della Corte
Europea dei diritti dell'uomo, seguita poi dalla Corte
Costituzionale, secondo i quali l'ergastolo ostativo, cioè il
regime carcerario duro è contro i diritti umani.
"Quello che temiamo - ha aggiunto - è che quella risposta sia
via via dimenticata o si ritenga una risposta eccessiva rispetto
alla mafia. La mafia al momento è dormiente, continua a operare
con una strategia della sommersione, ha rilevato che lo Stato ha
operato con una reazione forte, ma non per questo dobbiamo
credere che la mafia sia più buona o la mafia non sia più
pericolosa come una volta. La mafia è pericolosissima ed è
pronta a tirar fuori gli artigli se noi ci lasciamo andare
ritenendo che essi sono al di fuori di un sistema criminale
violento. La mafia tira fuori la violenza ogni qual volta pensa
ci sia l'esigenza, e questo lo fa anche oggi perché ancora oggi
ci sono gli omicidi di mafia".
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