"La pronuncia della Corte
Costituzionale sulla legge regionale per L'Aquila capoluogo, che
ha bocciato la legge varata nell'estate 2018 dall'Emiciclo, deve
diventare un'opportunità. Le risorse disponibili per questo
territorio, non possono essere disperse". Così il sindaco
dell'Aquila, Pierluigi Biondi, sulla bocciatura della legge
regionale approvata il 24 agosto dello scorso anno dalla
precedente amministrazione di centrosinistra nella passata
legislatura su disposizioni su "L'Aquila capoluogo: attraverso
una ricostruzione, la costruzione di un modello di sviluppo sul
concetto di benessere equo e sostenibile - Bes".
"Quella disposizione era evidentemente scritta male, forse
con scopi propagandistici e funzionali alle elezioni regionali
del febbraio scorso. Esistono, però, spazi di manovra per
recuperare le somme provenienti dal gettito del bollo auto,
quasi 800mila euro. Mi rendo fin da ora disponibile a
contribuire alla stesura di nuovo testo per L'Aquila, qualora il
Consiglio regionale intendesse adottarne uno nuovo. L'obiettivo
non deve essere quello di ribadire il ruolo di capoluogo
abruzzese della città dell'Aquila, ormai acclarato, ma
piuttosto, fornire un'opportunità di sviluppo. In maniera
congiunta e condivisa, superando le superficialità commesse nel
recente passato, potrà essere individuato il percorso migliore
per sancire il ruolo e definire la visione per L'Aquila
capoluogo". Per il deputato aquilano della Lega Luigi D'Eramo,
coordinatore regionale salviniano, "si tratta di una presa in
giro del Pd".
"Gli esponenti del Pd si affrettarono a definire quella legge
storica. Oggi abbiamo una risposta: sì, sarà ricordata come
storica, ma solo perché costituirà una pietra miliare nella
lotta alla politica delle promesse, degli annunci, delle scatole
vuote, dell'approssimazione e delle prese in giro. La sentenza -
commenta D'Eramo - è clamorosa nella sua chiarezza. Dice senza
possibilità di replica che la legge esprime una mera ipotesi
politica, non supportata da alcuna fattibilità giuridica ed
economica, nemmeno minima".
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