"Fatta la premessa che il rispetto
per le vittime è assoluto, ho la netta sensazione che la
sentenza di Sulmona e il pignoramento dei terreni della
rappresentanza diplomatica tedesca siano il segnale di come la
società civile di Pietransieri Roccaraso non abbia sentito
riconosciuto negli anni il diritto alla propria memoria
collettiva. Occorre quindi ripristinare quella modalità: se il
sequestro è per costruire un museo della memoria della strage
l'iniziativa è lodevole". Lo dice all'ANSA Gustavo Corni, tra i
più importanti storici italiani che si occupano di storia della
Germania e in particolar modo del 900.
Corni insegna Storia contemporanea all'Università di Trento e
spiega che "Pietransieri non è una vicenda giudiziaria: non
bisogna cercare un tardivo indennizzo o il processo ad un 90enne
tedesco. Ma colpire un Priebke o una Villa Rigoni deve servire
da insegnamento affinché la memoria resti viva. La cosa più
importante ora è ricostruire quella memoria collettiva che
sembra smarrita. Faccio un esempio: se c'è memoria
dell'alluvione del 1966, a Venezia, nello stesso modo lo stato
italiano dovrebbe dire: il Parco della Memoria a Pietransieri?
Un mln lo metto io, allora sì che la Germania parteciperebbe
subito. Se invece lo porti in tribunale si blocca subito. Invece
queste vicende seguono uno spostamento a destra dello scenario
politico italiano che non ha saputo fare memoria. Si riflette in
una diffusa amnesia, laddove la smemoratezza italiana non è
quella dei tedeschi, che invece sanno di essere il paese che ha
offeso - continua Corni - e che è il paese che più di tutti al
mondo si è presa cura del passato di crimini con ricerche e
finanziamenti che da noi è inesistente. D'altro canto, certo, il
concetto di indennizzo economico apre orizzonti non solo di
livello italiano, ma europeo: pensate cosa dovrebbe accadere per
le vicende della guerra tra tedeschi e russi in Russia. La xoa
varrebbe anche per noi. La comunità abruzzese ha diritto alle
vie legali, ma sono scettico sulla sua efficacia perchè
aprirebbe la strada a mediazioni politiche non utili".
Lo squilibrio quindi della vicenda Pietransieri per Corni è
testimoniato anche dalla vicenda "della collaborazione
italo-tedesca sulle stragi e sugli Imi dal 2009 in poi. I
tedeschi nella commissione hanno messo fior di storici
specialisti che hanno veramente studiato documenti e atti, noi
figure di caratura politica di contorno agli storici: col
paradosso che la Commissione di fatto ha avuto solo il forte
motore tedesco anche se ha prodotto studi notevoli", conclude il
professor Corni.
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