"Come già avvenuto per il morbo
della mucca pazza e per altre emergenze di sanità pubblica, il
principio di precauzione è stato e continua a essere,
giustamente, il leitmotiv sulla cui scia le autorità sanitarie
cinesi (in primis) e di altri Paesi (Italia in testa) hanno
adottato una serie di misure 'draconiane' finalizzate a
contenere quanto più possibile la diffusione di SARS-CoV-2, il
coronavirus responsabile della COVID-19 (Coronavirus Disease
2019)". A sottolinearlo in una lettera all'editore pubblicata
sulla rivista Science è il docente di Patologia Generale e
Fisiopatologia Veterinaria all'Università di Teramo, Giovanni Di
Guardo.
"Allorquando ci si confronti con emergenze di sanità pubblica
caratterizzate da evidenze scientifiche ben lungi dal ritenersi
consolidate, come nella fattispecie in esame - spiega Di Guardo
- il ricorso al principio di precauzione costituisce un'opzione
imprescindibile e la necessaria premessa, al contempo, per
l'adozione di tutta una serie di misure (financo draconiane,
come sta per l'appunto avvenendo in queste ore anche nel nostro
Paese) finalizzate ad arginare quanto più possibile
l'esposizione umana e, con essa, la diffusione dell'infezione.
Alla lacunosità delle conoscenze relative al 'serbatoio' animale
da cui ha avuto origine SARS-CoV-2 si sommano, infatti,
rilevanti incertezze sia sull'interazione virus-ospite sia
sull'evoluzione dell'epidemia, con particolare riferimento ai
tempi in cui la stessa raggiungerà il proprio apice. Senza
contare quelli necessari, poi, all'allestimento di uno o più
vaccini sicuri ed efficaci, che potrebbero esser disponibili sul
mercato non prima di diversi mesi".
"Quanto alle vaccinazioni sarebbe altresì opportuno che la
cosiddetta 'immunità di gregge' nei confronti del morbillo -
malattia che ogni anno miete oltre 100.000 vittime su scala
globale - si attestasse su livelli 'ottimali'. Ciò anche in
considerazione del fatto che il virus del morbillo, notoriamente
capace d'indurre una condizione di 'amnesia immunitaria',
potrebbe in tal modo inficiare l'immunità protettiva nei
confronti di SARS-CoV-2, derivante sia dall'infezione naturale
che dalle future vaccinazioni".
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