"Ringrazio la generosità
degli imprenditori, ma qui il problema è capire ora che vogliono
fare con l'ospedale di Atessa, perchè da un primo piano che
prevedeva 120 posti divisi tra 60 di medicina Covid, 12
intensiva e il resto in sub intensiva, ora scopriamo che i posti
di rianimazione sono spariti e che i 120 si dividono a metà tra
medici e sub. Qui ad Atessa insomma non arriveranno nè
macchinari nè specialisti". Lo dichiara all'ANSA il sindaco di
Atessa Giulio Borelli.
"E quindi - prosegue Borrelli - si potrà smontare tutto
molto presto. Così ad Atessa non verrà assolutamente garantito
un futuro. Se sparisce la rianimazione, che Covid sarà mi
chiedo, e mi rispondo a bassa intensità. In questo modo col
milione e mezzo previsto si potranno comprare dei letti, qualche
casco, e poi? Come li spenderete questi soldi? Secondo me questo
è un modo per continuare a mortificare i piccoli ospedali, il
cui ruolo sarebbe invece fondamentale, come abbiamo ancora
riaffermato nella petizione sottoscritta ieri dai 50 sindaci del
territorio. Vorrei sapere perchè questa scelta, visto che con i
poteri che hanno possono mettere questo tipo di Covid ovunque
anche nelle cliniche private", conclude Borrelli.
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