"La Regione attivi subito i
controlli sulle realtà industriali che non hanno linee di
produzione essenziale, affinché si fermino e mettano al sicuro i
propri lavoratori", avverte il consigliere regionale PD Antonio
Blasioli.
"Dopo il caso Brioni, oggi ferma, grazie alla mobilitazione
di lavoratori, sindacati e politica, arriva la ripresa della
produzione anche alla Dayco di Manoppello e Chieti Scalo,
ripresa che ha provocato lo sciopero dei lavoratori - illustra
Blasioli - Succede che dopo due giorni di chiusura per capire
l'applicazione del decreto, ieri l'azienda ha annunciato la
riattivazione delle linee produttive, chiedendo agli operai di
tornare allo stabilimento. Sono in stretto contatto con i
sindacati e i lavoratori, tutti chiedono che le istituzioni
intervengano a tutela delle maestranze e fermino lo
stabilimento. Parliamo di tre presidi del territorio (due a
Manoppello e uno a Chieti Scalo), che contano circa 250
lavoratori a Manoppello e circa 300 a Chieti Scalo, unità che
arrivano da tutto l'Abruzzo e che producono pezzi nuovi e
ricambi di cinghie di distribuzione per le automobili, per una
filiera che non solo non è essenziale, ma ad oggi è ferma. E'
indispensabile capire perché da lunedì l'azienda abbia cercato i
lavoratori a casa, ci riferiscono, chiamandoli telefonicamente
e, di fatto, costringendoli a rientrare e ad incrociare le
braccia, a fronte di una strategia che l'azienda non ha
condiviso con i sindacati e che oltre a risultare rischiosa per
il contagio, non risulta pienamente comprensibile, in quanto per
tutti e tre gli stabilimenti c'è al contempo anche la richiesta
di proroga della cassa integrazione. Così i lavoratori sin dal
primo turno di ieri notte hanno scioperato con una massiccia
adesione".
"La Regione intervenga subito e mi appello anche alla
Prefettura di competenza, perché eserciti le funzioni e i
relativi poteri attribuiti dal Decreto agli uffici governativi
sul territorio, verificando se quegli stabilimenti possono
continuare a lavorare e assicurando non solo le condizioni di
base per tutelare i lavoratori dal contagio, ma anche quelle per
la ripresa, appena l'emergenza sarà finita. Dietro ogni operaio
c'è una famiglia, ci sono diversi territori, perché le
maestranze arrivano da molti luoghi della nostra regione ed è
per questo che serve fermarsi, per fermare la progressione del
virus. A livello nazionale sta funzionando, proviamo a farlo
funzionare anche da noi".
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