Prima dello stop causato dal
coronavirus, all'Aquila era attivi circa 500 cantieri per la
ricostruzione post sisma 2009. Emerge dai documenti dell'Ufficio
Speciale per la Ricostruzione. L'intera struttura lavora in
smart working ma questo non ha fermato l'attività del lavoro
burocratico, tanto che a marzo l'Usra ha smistato pratiche per
20 mln. Alla ripresa dei cantieri quindi ci saranno altri 20 mln
pronti a partire.
Secondo il direttore Salvo Provenzano dalla data del sisma
l'Ufficio per il settore privato ha erogato il 78% degli 8 mld
stanziati, e all'atto pratico la ricostruzione privata è
compiuta al 70%. Il restante mancante è nel centro storico
aquilano e nelle frazioni e anche in questo caso riguarda i
nuclei antichi.
Diversa è la situazione degli immobili pubblici, restaurati
al 30%. Mancano soprattutto le scuole: prima dello stop
proseguivano celermente i lavori per due istituti, la Mariele
Ventre di Pettino e Arischia, che sarebbero stati consegnati
entro giugno per essere pronti alla ripresa dell'anno
scolastico. A questo si aggiunge il via ai bandi per altre 5
scuole. Nel centro storico dell'Aquila sono fermi insomma
soprattutto gli immobili pubblici e ad un calcolo sommario anche
una ventina di agglomerati privati, alcuni dei quali di grandi
dimensioni.
"Avevamo fatto delle stime di termine della ricostruzione
entro il 2012/2022: ma ora ovviamente i tempi si allungheranno.
Sottolineo però che qualora si volesse prendere a modello la
ricostruzione del Friuli, lì si chiude in circa 15 anni", chiude
Provenzano.
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