"Non ho trovato in queste Paese
nessun tipo di certezza del diritto. Oggi non faccio più il
giornalista, mi occupo di altro e non ho alcuna intenzione di
riprendere questo percorso". Così Alessandro Biancardi, ex
direttore del giornale online abruzzese PrimaDiNoi.it, commenta
l'ordinanza della Cassazione che il 19 maggio scorso ha
annullato con rinvio una precedente sentenza del tribunale di
Pescara, stabilendo che il soggetto al centro di una notizia
vera non possa pretenderne la cancellazione dall'archivio di un
giornale online.
"Quanto stabilito negli ultimi giorni dalla Cassazione -
aggiunge Biancardi - è esattamente ciò che io sostengo dal 2010
e mi sembra qualcosa di apocalittico che un piccolo giornalista
di provincia abbia visto più lungo di tutti i giudici di ordine
e grado che ha incontrato fino ad oggi sulla sua strada, e della
stessa Cassazione, che in precedenza aveva espresso un parere di
senso opposto".
La sentenza cassata dovrà ora essere riassunta davanti ad un
diverso collegio, per una nuova decisione che tenga conto dei
principi menzionati dagli ermellini. Tra i rilievi della
Cassazione, circa la sentenza del tribunale di Pescara, il fatto
di "non avere accertato se l'intervallo di tempo intercorso,
pari ad un anno e otto mesi circa" - tra il patteggiamento della
persona al centro della notizia e la presentazione del suo
ricorso contro PrimaDaNoi - "integrasse o meno il fattore tempo
presupposto del diritto all'oblio".
Inoltre, a giudizio della Cassazione, il tribunale di Pescara
"non ha provveduto ad un giudizio di bilanciamento tra i diritti
in gioco, omettendo di verificare, rispetto alla notizia
giornalistica, la ricorrenza del diritto all'oblio oppure di
perduranti e prevalenti diritti di cronaca giudiziaria o di
documentazione ed archiviazione". Biancardi sottolinea che "il
ravvedimento della Cassazione sul diritto all'oblio è un dato
epocale per tutti gli operatori dell'informazione digitale".
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