"Tanto tuonò che piovve: per
settimane abbiamo avvertito e denunciato in tutti i modi che il
Cura Abruzzo aveva coperture incerte o non le aveva affatto, che
l'articolo della norma sul condono tombale che avrebbe permesso
transazioni da ben 162 milioni di euro di cui oltre 100 milioni
dalla sanità privata, era in contrasto con le leggi, oltre che
col buon senso: e così oggi dal Consiglio dei Ministri arriva
l'impugnativa di una legge regionale spacciata agli abruzzesi
come salvifica e che invece evidenzia mancanza di visione,
strategia, qualche incompetenza e spregiudicatezza di troppo,
specie quella di rinunciare ai crediti": sono le parole del
capogruppo Pd in Consiglio regionale d'Abruzzo Silvio Paolucci
in merito alle osservazioni del MEF alla legge regionale 9/2020,
il primo testo del Cura Abruzzo licenziato dal Consiglio ad
aprile.
"Una legge senza coperture che mette a rischio anche
l'erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, oltre agli
equilibri di bilancio - prosegue Paolucci - Approssimazione e
superficialità sono il marchio di fabbrica di questa Giunta
regionale, impegnata esclusivamente alla rincorsa di roboanti
titoloni in prima pagina, piuttosto che a risolvere i problemi
veri di cittadini e imprese. Stando a quanto sottolineato dal
MEF, la Legge 9/2020 presenta: coperture finanziarie non
puntualmente indicate, nuovi e maggiori oneri a carico del
bilancio non quantificati, a fronte dei quali non è indicata la
fonte di finanziamento. Il ministero inoltre segnala che la
legge, così come formulata, potrebbe intaccare finanche le
risorse del perimetro sanitario, compromettendo l'erogazione dei
Livelli essenziali di assistenza (Lea)".
"Sono ben 8 le pagine di osservazioni ministeriali - continua
Paolucci - che avevamo preannunciato fino ad adire persino la
Procura della Corte dei Conti nelle scorse settimane, in cui si
fa preciso riferimento al fatto che 'la composizione bonaria
determinerebbe possibili ulteriori oneri sui bilanci degli enti
del settore sanitario non quantificati e non coperti, oltre che
privi di qualsiasi valutazione in merito ad una possibile
soccombenza in giudizio da parte della competente avvocatura
regionale".
"Nel frattempo spiace constatare che, dopo l'aumento di
stipendi a manager e direttori arretrati compresi, dopo il
ripristino dei rimborsi di Giunta, dopo il disastro della
gestione della prima fase tra lungaggini enormi per i tamponi e
mancanza dei Dpi, l'impugnativa per la legge che veniva
sbandierata come norma per dare risposte urgenti agli abruzzesi,
finisca alla gogna per tali ragioni, si faccia strada come norma
concepita per favorire transazioni in grado di mettere a rischio
la sottrazione alle prestazioni sanitarie oltre 100 milioni di
euro. Una vergogna! Per la quale il Governo regionale dovrebbe
solo chiedere scusa".
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