"Penso che il nuovo Dpcm, nelle
forme con cui è stato fatto e nei limiti con cui è stato fatto,
è un tentativo di scaricare sui sindaci la responsabilità,
l'onere, di adottare o meno un coprifuoco dopo le 21 in alcune
aree, zone, piazze. Io sono convinto e siamo convinti che ci
siano misure il più possibile uniformi su tutto il territorio e
questa operazione riferita al cosiddetto coprifuoco è solo un
tentativo di scaricare sopra ai sindaci le responsabilità, e non
assumerle a livello centrale". A sostenerlo è il sindaco di
Teramo e presidente di Anci Abruzzo, Gianguido D'Alberto.
"E poi è stato un pasticcio - aggiunge - perché non è
convinto neanche il governo, perché rispetto alla bozza iniziale
su cui poi è stata fatta la conferenza stampa del Presidente di
ieri c'era un testo, una bozza, che faceva espresso riferimento
ai sindaci come potere. Dopo le pressioni e dopo le
contrapposizioni che ci sono state al tavolo governativo nel
rapporto anche con Anci, io condivido pienamente quanto detto
dal presidente nazionale Decaro, lo condividiamo come Anci
Abruzzo, c'è stata una retromarcia che di fatto oggi rischia di
creare ancora più confusione perché si parla di un potere di
disporre la chiusura, ma non si indica qual è l'organo, l'ente,
il soggetto, l'autorità, chiamata a poter adottare questa misura
stessa. Chiediamo che si modifichi subito questa norma e che si
chiarisca, che si definiscano le competenze, e che si arrivi a
una misura il più uniforme possibile sul territorio, con
chiarezza perché non possiamo correre il rischio di una
confusione che poi pagheremo in termini di efficacia di queste
misure"
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