"La tragedia di ieri alla Sabino
Esplodenti di Casalbordino, costata la vita a tre operai, è
l'ennesimo incidente in Abruzzo in un impianto a rischio di
incidente rilevante, la cosiddetta Direttiva Seveso, sottoposto,
almeno sulla carta, a regole stringenti su prevenzione e
gestione degli incidenti. Questi incidenti non devono accadere".
Così in una nota il segretario di Rifondazione Comunista
Maurizio Acerbo, esprimendo solidarietà e cordoglio alle
famiglie delle vittime. E sottolineando che "Sabino Esplodenti
non è una fabbrica di fuochi d'artificio. Fin dal 1994, con
un'interrogazione parlamentare di Totò Saia, come Rifondazione
Comunista cercammo di segnalarne il ruolo nel campo degli
esplosivi".
"In Abruzzo negli anni sono emerse gravissime falle
nell'applicazione della Direttiva Seveso e delle norme italiane
di recepimento (in ultimo il D.lgs.105/2015)" scrive Acerbo,
Direttiva che, ricorda, "si basa su tre documenti fondamentali.
Il rapporto di sicurezza, che descrive impianto, sostanze
utilizzate ed evidenzia i possibili scenari di rischio, dal
quale "derivano il Piano di Emergenza Interno, destinato ai
lavoratori, e il Piano di Emergenza Esterno, redatto dalla
Prefettura e rivolto alla popolazione".
"Mi chiedo - dice Acerbo - se il Rapporto di Sicurezza per la
Sabino Esplodenti esiste ed è stato approvato? Se sì, è
aggiornato almeno ogni 5 anni?". E ancora, "Il Piano di
Emergenza Interno per la Sabino Esplodenti esiste ed è stato
approvato? Se sì, è aggiornato secondo la tempistica dettata dal
D.Lgs.105/2015, cioè ogni 3 anni? È stato aggiornato previa
consultazione del personale che lavora nello stabilimento,
compreso il personale di imprese subappaltatrici a lungo
termine, a intervalli appropriati, e, comunque, non superiori a
tre anni?".
"Spero che l'inchiesta della Procura di Vasto - conclude il
segretario di Rifondazione - faccia luce su tutte le questioni
che direttamente o indirettamente possono aver giocato un ruolo
sulla vicenda e spero che tutto sia in regola. In generale,
ritengo che in Abruzzo la questione della direttiva Seveso sulla
prevenzione degli incidenti sia assolutamente sottovalutata da
parte di prefetture, comuni e altri organi della pubblica
amministrazione, quando vi dovrebbe essere non solo
un'applicazione ferrea di obblighi e tempistiche, ma anche una
gestione pro-attiva del rischio assieme a cittadini e
lavoratori".
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