Lo confermano, spiega la Cna,
"innanzitutto i valori assoluti: perché se nei primi nove mesi
del 2019 ammontava complessivamente a 6 miliardi e 478 milioni,
dodici mesi dopo l'Abruzzo deve fare i conti con cifre assai
ridimensionate (5 miliardi e 752 milioni) che si traducono in
una flessione di ben 726 milioni. E poi perché ad essere colpito
nel modo più pesante è stato soprattutto il settore dei mezzi di
trasporto, che ha subito una caduta di 654 milioni, con una
decrescita del 19%. Con il farmaceutico, dice ancora lo studio,
a passarsela bene sono stati anche il settore delle
apparecchiature elettroniche, cresciuto di 36 milioni (+24,2%) e
quello dell'alimentare (+19 milioni).
Quanto ai territori, ovviamente, a determinare le gerarchie
nella classifica dei risultati ottenuti è l'andamento dei
settori di riferimento. Così, se la farmaceutica ha permesso
all'Aquilano di diventare la sola provincia con valori positivi
(+244 milioni), la caduta speculare dei trasporti sospinge il
Chietino all'ultimo posto (-753 milioni), con note assai
negative anche per plastica e gomma (-88 milioni) e macchinari
(-48). Anche il Teramano presenta un quadro in evidente affanno
(-215 milioni, ben 81 dei quali provocati dai problemi
dell'abbigliamento), mentre il solo Pescarese resta più o meno
in linea di galleggiamento: solo 2 milioni di perdite".
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